Poche riflessioni sulle lavorazioni a pizzo (e in generale sulle lavorazioni a maglia).

Domani pomeriggio terrò un corso di quattro ore sulle lavorazioni a pizzo (per la quale sono ancora disponibili un paio di posti), contemporaneamente sto iniziando a giocare con un gomitolo di un filato gradient di Katia, Infinity Shawl. Il filato è un divertente stoppino di lana merino con un effetto gradient, non un filato lussuoso, ma comunque un materiale piacevole. Ho deciso, per questo filato, di usare una costruzione semplicissima, un triangolo dal basso con un bordo a pizzo, ma per la punta ho inventato un raccordo per unire le due sezioni a pizzo. A loro volta, i due bordi sono tratti da La maglia del pizzo Shetland di Elizabeth Lovick, ma non ho potuto seplicemente prendere un punto dalla raccolta e applicarlo: ne ho dovuta sviluppare una versione speculare per poter aggiungere il bordo su entrambi i lati.

Alla fine, il lavoro dipende non tanto dall’applicazione di un punto, quanto piuttosto dalla comprensione delle caratteristiche della lavorazione a pizzo. Credo che la comprensione delle tecniche sia l’elemento cruciale della maglia. Possedere una solida comprensione delle tecniche è la chiave per capire il lavoro a maglia, ed è per questo che nei corsi raramente insegno un modello e preferisco concentrarmi sulle tecniche. Padroneggiare le tecniche rende possibile padroneggiare qualsiasi modello.
Dove e quando?
Il corso si terrà sabato 21 ottobre dalle 14,30 alle 18,45 presso Cafè Cheri in via San Gregorio a Milano (mm 3 Repubblica ma facilmente accessibile anche con il tram 1 e dalle stazioni Centrale e Porta Garibaldi). Nel prezzo sono compresi il filato (Amore 320 di Borgo de’ Pazzi) e una merenda offerta da Ferri e maglia. Invito a protare con sé ferri (dritti o circolari) da 3,5 o 4 mm, assicurandosi che abbiano punte beln affilate per manipolare con precisione il filo. Per informazioni invito a contattare magliaincontri o Ferri e maglia al numero 339 3071838.