Oggi sono stata a vedere la mostra su Ingres al Palazzo Reale di Milano, e ho visto questo quadro dal vivo.

Intendiamoci, il Napoleone sul trono imperiale l’ho visto in riproduzione un milione di volte., ma dal vivo non l’avevo mai visto. E, niente, questo quadro da solo vale il prezzo del biglietto della mostra. Da solo. Avrei potuto sedermi lì e guardarlo per un’ora. E non c’entra nessuna considerazione su quella che è un’opera propagandistica, un’allegoria del potere incrostata di simboli.

Il problema sono, vedete, i ricami. Quelli dello stivale, o di questa manica. Perché non importa come è fatta la riproduzione, bisogna vederla dal vivo. Da vicino, pure. Le riproduzioni offrono un’opera un po’ trombona che esalta Napoleone da poco incoronato imperatore con grande sfarzo e ridondanza di simboli (mancano solo gli stivali rossi!). Na da vicino il quadro sembra tridimensionale. Mi sarei fermata a contare i fili del ricamo della manica o dello stivale. Perché è tutto reso così incredibilmente bene che sembra vero, che se non tenevo le mani in tasca avrei cercato di avvicinarmi per toccare quello stivale per sentire se il ricamo era reso in tre dimensioni o era solo un’illusione. E no, non è una qualità fotografica. La fotografia è in due dimensioni. Qui Ingres è riuscito a fare una cosa diversa, a far vedere dal dipinto bidimensionale la tridimensionalità del ricamo.
Ecco, se siete a Milano, fatevi un favore e andate a vedere la mostra. Poi fermatevi davanti a questo Napoleone intronato e contate quei fili. Con le mani in tasca.