Mettere in forma un lavoro a maglia non è un esercizio di ingengeria aerospaziale: spesso non richiede molto più che un lavaggio, ma cambia vistosamente la qualità del lavoro.

Guardate la foto qui di fianco. La metà superiore del lavoro (eseguito in Elen Sock di Triskelion Yarn) è stata semplicemente lavata in acqua con poco shampoo per capelli, mentre la metà inferiore è stata aggiunta in seguito. (No, non è un errore, mi serviva di mettere in forma la parte superiore per prendere delle misure prima di eseguire la sezione finale del lavoro.)
La differenza tra le due parti è visibile ad occhio nudo: la parte messa in forma (ovverosia, in questo caso, lavata e fatta asciugare in piano) è uniforme, ordinata, “assestata”, mentre la parte inferiore è increspata e irregolare. Queste sono le differenze visibili, ma alla mano le differenze sono ancora più drammatiche. Nella parte inferiore il lavoro è rigido, rustico, quasi granuloso, mentre la parte superiore è soffice ed elastica, con una mano morbida e confortevole. In questo caso la tensione non è cambiata in modo notevole (anzi, praticamente per nulla), ma spesso cambia anche questa, per cui prima di avviare il lavoro è sempre indispensabile lavare il campione.
Sì, laoare, perché in definitiva il più semplice processo di messa in forma è proprio questo: lavare il lavoro e poi lasciarlo asciugare ben steso in piano. Un processo facile, istintivo e utile: la lana va comunque lavata prima di essere indossata perché nel tempo e con la lavorazione ha accumulato sporco, polvere, sudore delle mani.

Il filato che sto usando in questo lavoro è Elen Sock, un filato per calze morbido e resistente in pura lana di pecore Bluefaced Leicester di Triskelion Yarn (in questo caso nel colore Frea); e in questo momento è pure in saldo!