O del perché leggo certi articoli on-line e mi viene voglia di dare capate al muro finché non mi spiaccico il cervello. (O del lavorare i capi alla tensione indicata e basta.) Disclaimer: post pieno di maleparole.
Tipo un Minion
“È essenziale quantomeno che il campione del filato originale e quello del filato scelto abbiano la stessa tensione: cioè il modello è lavorabile unicamente se il filato rende lo stesso numero di maglie e ferri su 10 cm del filato originale. È opportuno inoltre fare anche un campione accurato dei vari punti necessari, per assicurarsi che con il filato sostitutivo la loro resa sia comunque ottimale. Se il campione risulta diverso o se il filato sostitutivo non rende bene con i punti necessari, cambiate ulteriormente filato fino a ottenere una resa perfetta o, al limite, rinunciate al modello. Cercare di ricalcolare tutto un modello per realizzarlo con un filato diverso è molto più faticoso che disegnare un modello ex novo, parola di designer!” (da Maglia-uncinetto.it).
Questo lo scrivevo quasi un anno fa su Maglia-uncinetto.it, il blog (serio) che ho cofondato ormai un lustro fa. Ed è una delle frasi che ripeto più spesso: “Per lavorare un modello devi (DEVI, cazzo, DEVI!) lavorare nella tensione indicata dal designer. Se lavori da modelli hai due strade: o ti compri il modello e quindi compri un filato adatto: preferibilente quelli consigliati dal designer stesso in alternativa un filato compatibile e che produca TASSATIVAMENTE (oggi è la fiera del maiuscolo, scusate se urlo) la tensione indicata, oppure prendi un filato che ti piace, lo campioni correttamente, e su Ravelry cerchi (nella ricerca avanzata) i modelli che si lavorano esattamente a quella tensione.
Albert Anker (1831-1910) Knitting girl
Poi, nel 2017, mi ritrovo davanti articoli traboccanti di scempiaggini come questo e mi viene voglia di dare testate al muro. E mi scusi Alice Liotto, che è brava, molto brava a lavorare a maglia, ma appunto è molto più brava della media e non può presentare come facile un’opzione come questa, che richiede una competenza di carattere professionale. Se non sei nel decimo percentile di competenza per quanto riguarda la maglia non ricalcoli una minchia di niente. Cambi filato o cambi modello. Io non so se sono nel decimo percentile (tenderei a pensare di sì), ma comunque a ricalcolare un modello preferisco di fottuta gran lunga creare un modello ex novo: la sbatta è semplicemente inferiore. Soprattutto perché un modello è calcoli (il 75% del mio lavoro sono i calcoli e trovarmi davati gente che se li incula e li rifà mi risulta anche leggermente miliante, ma quello è un mio problema), ma è anche scelte tecnicheche vengono fatte in base a quel filato, a quella tensione, a quelle consistenze, a quelle caratteristiche tensili. Un filato che si lavora a una tensione completamente diversa non darà lo stesso risultato, inutile provarci.
Oppure scegliete l’altra opzione. Ve ne fottete dei modelli e lavorate da una ricetta che vi permette di ottenere un capo da qualsiasi filato e lavorando a qualsiasi tensione, come quella ai capitoli 12-14 di Ai ferri corti.
[…] qui a un interessante commento al post dell’8 marzo ricevuto sulla mia pagina Facebook a proposito dell’usare o meno modelli. (Lungo e […]