Il computer è morto. Evviva il computer!

Ovverosia, come spendere il meno possibile per il software e vivere (più o meno) felici.
Un temibile schermo blu?
Un temibile schermo blu?

Capita a tutti i computer prima o poi nella vita. (Alla mia vecchia workstation Sun è capitato molto poi, che la dea delle schede madri l’abbia in gloria.) Il mio computer è morto e sono stata costretta a comprarne uno nuovo. Poi, mortomorto non è, ma gli è morta la ventola (e ha l’antenna del WiFi incerta): potevo scegliere se spendere un centinaio di euro almeno per farla riparare (su un computer di quattro anni abbondanti con forte bisogno di essere riformattato e a cui era già stato sostituito l’HD) o semplicemente comprare un piccì nuovo. Ho optato per l’acquisto. Il vecchio piccì parte ancora, per un po’ me lo terrò per essere sicura di avere spostato tutto, poi gli darò una brasata e deciderò se farlo riprare e tenerlo come muletto o regalarlo a chi ha volgia di fargli cambiare la ventola (e ragionevolmente fargli togliere quei sei etti di fuffa accumulata dentro).

Così ho passato due giorni a resinstallare l’iradiddio, ne ho aprofittato per fare mente locale sul software che uso io.

  1. Ovviamente, serve roba per scrivere. MS Office ho scelto di evitarlo e mi sono orientata a una suite gratuita. Al momento la migliore mi pare LibreOffice, nata da una costola di Open Office, funziona discretamente bene (ma non sto usando macro complesse) e ha tutte le funzionalità necessarie: word processor, foglio di calcolo, presentazioni, database (che non uso mai), anemmicoli vari. Salva nei suoi formati (comuni a Open Office), ma ovviamente può esportare e aprire tutti i formati più comuni (anche il *.docx, che spero muoia con lo scolo).
  2. Per la creazione dei grafici per la maglia ho scelto EnvisioKnit Design Studio. Questo è un software a pagamento, ma il rapporto qualità-prezzo mi pare buono. Sono soddisfatta, anche se la conversione dei grafici da inglese a italiano non è del tutto ottimale.
  3. Già le mie abilità di fotografa non sono brillanti, se non editassi almeno un po’ le foto potreste fuggire urlando. Per il fotoritocco ho scelto la versione free di PhotoPlus (come tutti i programmi di grafica che citerò in seguito è di Serif). L’unica cosa che non mi piace di questo software è la logica per layers, che trovo inutilmente farragginosa (scusate, ho usato per anni la suite grafica di Corel, sono abituata bene), per il resto anche in questa versione gratuita e con funzionalità ridotte fa quello che li chiedo senza ribellarsi.
  4. Per grafici, diagrammi e compagnia cantante (e anche per riletterizzare le legende dei grafici dei punti) uso il fratello vettoriale del precedente programma, DrawPlus. Anche qui, la versione free è mancante d alcune funzionalità, ma più che sufficiente per i miei scopi.
  5. Infine, i modelli vengono impaginati con PagePlus, fino all’altro giorno con la versione X7, ma ora ho aggiornato alla versione X9. Un software di impaginazione non è alla portata di tutti, occorre sapere un po’ di cose sulla tipografia e sulla logica dell’impaginazione (se non sapete che è un figlio stile e un marker rinunciate), ma PagePlus, per essere un programma da 100 euro funziona bene, fa quello che deve senza ribellarsi. Certo, non ha la gestione dele note e delle tabelle di Ventura (Sigh! Ventura 7 molto ammore!), ma funziona e, se sapete usare questo tipo di software, rende davvero il lavoro più veloce e affidabile.
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