
Sto giocando (leggasi campionando) alcuni fili di lana riciclata fornitimi da Borgo de’ Pazzi. L’industria del filato da cenci riciclati è tradizionale dell’area toscana e particolarmente di Prato, dove i tessuti e i tricot vengono selezionati, trattati, cardati e quindi trasformati in filato nuovo pronto per essere usato. Si tratta di un materiale molto interessante e che mi sta sinceramente dando delle sorprese: per nulla rustico (frutto quindi di una selezione accurata delle materie seconde), con una mano soffice e originale, quasi spugnosa, e una resa interessante. Ovviamente, non si tratta di un filato in pura lana (men che meno vergine), dato che per quanto sia accurata la selezione è comunque possibile che qualche “pezza” selezionata contenga altre fibre: si tratta quindi di una lana “impura”, ma se la selezione è ben fatta il risultato è una fibra che non contiene più che tracce di fibre altre. E, no, non somiglia alle coperte militari!