
Sto lavorando con un filato che mi sta piacendo parecchio, LW125 di Gomitoli.com, con cui sto realizzando due baby-cardi il cui modello presenterò, in collaborazione con la filatura, presso la fiera Milano Creativa di ottobre.

Una delle cose che mi piacciono di questo filato, oltre il fatto che è naturalmente soffice (risulta un po’ gnucco alla prima lavorazione, ma una volta lavato diventa morbidissimo), è che è pochissimo trattato. Questo significa da un lato che può avere una certa tendenza all’infeltrimento ma dall’altro che è possibile unire i capi con la tecnica “a sputo”, cioè lo spit splicing. Una volta arrivata in fondo al gomitolo, sfibro un po’ i capi del filo da entrambe le parti, se neccessario eliminando un paio di trefoli per rendere il tutto più sottile. Poi non mi resta che mettere i due capi nel palmo della mano, testa contro coda come nella foto, arrotolarli tra loro in modo che le fibre siano quanto più accostate possibile, sputare un po’ di saliva nella mano e strofinare i capi insieme, infeltrendoli e congiungendoli in modo perfetto e stabile. Ovviamente, se vi fa senso l’idea della saliva, potete usare un po’ d’acqua, ma la saliva funziona meglio perché contiene enzimi che “digeriscono” la lana e aiutano l’infeltrimento. Inoltre, la saliva l’avete sempre con voi, anche in tram (notate la coincidenza del colore del filo in lana e del sedile del tram ATM nella foto). E lo spit splice trasforma due fili in uno continuo, senza nodo e senza capi da nascondere. Peccato funzioni solo con le fibre animali non trattate (no cotone, no lana superwash).