LeiWeb, portale femminile di Rcs, mi ha dedicato un’intervista. La potete leggere qui in versione completa.
Cosa vuol dire lavorare a maglia in modo libero e responsabile, come recita il sottotitolo?
Sembrano paroloni, ma l’approccio fondamentale del libro è che la maglia è libera perché dà la possibilità di vestirsi al di fuori dei limiti della moda, che spesso è molto stereotipata. Quindi la maglia è libera perché ci regala il controllo su come vestiamo. Responsabile perché lavorare a maglia significa, sia pure nel piccolissimo, infilarsi in un coacervo di problematiche ambientali e sociali. Il tessile è uno dei settori industriali in cui è più frequente il ricorso agli sweatshop, al lavoro semischiavile e minorile, ma anche uno dei settori (con l’alimentare) che coinvolge più direttamente il nostro benessere fisico nonché l’ambiente, sia per le conseguenze dell’uso di filati e tessuti sintetici o pesantemente trattati sia per le questioni relative al benessere degli animali coinvolti.